La mente e la mano. Potremmo quasi così definire Christo e Jeanne Claude. Protagonisti assoluti della Land art ed artisti dell’empaquetage – la sorprendente forma d’arte con cui hanno “impacchettato” monumenti, ed ambienti – i due coniugi hanno firmato opere in tutto il mondo. Con la loro singolare tecnica hanno impresso una speciale impronta nel ricordo di quell’happening capace di rompere la grigia routine della quotidianità, con momenti che sembrano quasi rubati al piano dell’onirico. Una simbiosi artistica, in cui era Christo a mettere idea e disegno e Jeanne Claude, l’organizzazione. Oggi, dopo la morte della moglie avvenuta nel 2009, è solo Christo a portare avanti il progetto, realizzando però anche quelle opere che aveva ideato con la compagna ma non avevano ancora trovato realizzazione.
The Floating Piers, dall’idea alla realizzazione
Tra queste c’è “The Floating Piers”, un’opera realizzata nel 2016, in Italia, ma già in testa agli artisti 46 anni prima. Per quanto ipotizzati vari luoghi, tra cui, prima il bacino del Rio de la Plata in sud America e poi – nel 1995 – la baia di Tokyo, il progetto fino a quel momento non era stato mai portato a termine. E’ stato il lago d’Iseo ad ospitare l’imponente installazione. Un progetto eccezionale che a livello organizzativo ha visto 22 giorni di lavoro per l’installazione – quasi un record se si pensa che opere del genere possono impiegare anni – ed impegnati ingegneri, compagnie di costruzione, sommozzatori; per la sicurezza e l’informazione invece erano presenti guardia marina, bagnini e addetti info-point.
Una grande opera in movimento
“The Floating Piers” era una passerella che si estendeva per circa 3 chilometri e che collegava due piccole isole del lago, tra di loro e con la terraferma, dando l’incredibile suggestione di camminare sulle acque ed esperire l’opera come dentro ad un quadro. Il paesaggio lacustre con le montagne alle spalle, i raggi caldi del sole, lo scuotere del vento, lo scroscio della pioggia, il camminare fino al bordo dell’acqua senza parapetti, ma anche il tono del giallo zafferano della passerella accostato al blu delle acque, le variazioni cromatiche di volta in volta diverse, lasciate dai passi dei fruitori sul tessuto di nylon progettato proprio per cambiare colore in base all’ora del giorno e al tempo, tutto ha concorso a dare vita a questa grande opera in movimento .