12 aprile 1919, in una Germania uscita sconfitta dalla prima guerra mondiale e politicamente confusa, Walter Gropius apre a Weimar una scuola statale, dagli indirizzi non ancora ben definiti, foriera di una riforma delle arti e dell’architettura che cambierà per sempre la percezione dello spazio abitativo e sociale.
Esattamente 100 anni dopo, in coincidenza con l’anniversario del Bauhaus, il Land della Turingia inaugura il nuovo Museo progettato da Heike Hanada, la cui ubicazione s’inserisce in un tessuto urbano poco a nord-ovest rispetto al centro storico denso di preesistenze architettoniche che sono la sintesi della storia stessa della Germania nel XX secolo.
I tre assi urbani che s’incrociano lì dove il nuovo museo sorge sono il riflesso delle tre diverse visioni politiche che si sono susseguite in Germania nel corso del “secolo breve”: l’asse del progetto della Weimar-Halle del 1926, frutto della Repubblica di Weimar…; l’asse del Gauforum nazista …; e l’asse dello Jacobsplan del 1970-72 con l’annesso studentato, tipico esempio di architettura socialista della Repubblica Democratica Tedesca.
In questo contesto urbano così denso di rimandi storici, il Museo di Hanada sembra voler entrare in dialogo con i segni del passato che lo circondano ma allo stesso tempo esprimere una rottura proprio come fece a suo tempo il movimento artistico del Bauhaus.
L’edificio dall’aspetto minimale ha la forma di un grande parallelepipedo in cemento grezzo scandito da sottili linee orizzontali, le quali al calar della sera s’illuminano con un ritmo discendente dando l’illusione di un effetto pulsante della materia, in alto corre un fregio dove il nome Bauhaus Museum è ripetuto all’infinito come in un display pubblicitario.
L’austerità delle forme è interrotta da una grande finestra sul lato Nord che bilancia l’estrema regolarità dell’edificio.
L’interno è disegnato con spazi ampi e dilatati che attraversano i due piani collegati da rampe di scale vertiginose e strette …
La collezione esposta al suo interno si articola su temi e figure di artisti o architetti che lavorarono al Bauhaus di Weimar dal 1919 al 1923, anno della sua chiusura, tentando di offrire al visitatore una visione quanto mai ampia sulle idee, i principi e le opere che da essi ne derivarono in tutti gli ambiti artistici in cui il Bauhaus operò: dalle arti figurative al teatro, fino ad arrivare alla nuova concezione dell’abitare che investì i campi dell’architettura e dell’arredo d’interni alla base del moderno design…
Una storia articolata e complessa… che è possibile ripercorrere nelle sale del Bauhaus Museum di Weimar al numero 1 della Stèphane-Hessel-Platz, aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00, il lunedì fino alle 14.30
Articolo completo sulla rivista IconArt Magazine n° 09