Per la rubrica “A scuola d’Arte” il maestro Domenico Sorrentino s’interroga sulle idee nell’arte. Idee che, per essere originali, innovative ed emozionare, devono liberarsi del fardello del noto, del conosciuto, del già visto e sentito….
Progettare non progettando è la mia nuova frontiera.
Guardare il foglio bianco e cercare di non vedere nulla.
Scartare le idee che compaiono, fino all’avvilimento, è la mia attuale pratica.
Può sembrare assurdo e senza senso ma, se vuoi farti sorprendere da un’idea, devi prima svuotare la memoria che si attiva automaticamente.
Le prime cose che arrivano quando si progetta, sono tutte cose vecchie (nel senso di cose note, trite e ritrite). Spesso i nostri pensieri arrivano e si susseguono per semplici associazioni di idee e per deduzione.
Perciò è necessario scartare ed eliminare i primi pensieri che vengono in mente.
È un lavoro snervante e i più si arrendono.
Scopiazzano la prima idea che si presenta, cambiando un dettaglio, nel tentativo di essere originali.
Qualcun altro invece, rasentando la follia, continua. Scarta, scarta e ancora scarta fino a che non resta nulla. Veramente nulla. È a questo punto – fidatevi – che si compie “la magia”.
La vedi chiara davanti a te: è lei semplice, pulita, silenziosa ma al contempo forte, potente e nuova.
Un’idea vergine, insomma.
Qualora capitasse un’esperienza di progettazione del genere, non bisogna avere fretta di mostrarla al pubblico. E non bisogna aspettare che la comprendano subito.
Spesso è così nuova che occorre tempo per poterla capire. Appartiene al futuro, occorrerà raggiungerlo.
Articolo sulla rivista IconArt Magazine n° 09