“La cultura va sostenuta… il rischio è di perdere un patrimonio che definisce la nostra identità. Una perdita economica ingente ma ancor più grande la perdita dello spirito” queste sono alcune delle parole con cui Draghi ha affrontato il tema della cultura aperto nelle discussioni dopo la lettura del suo documento programmatico al Senato in occasione del voto di fiducia.
Il settore della cultura sembra quindi essere tra le priorità da ristabilire nel rilancio del Paese post pandemia. La necessità di ripartire da essa è vista in relazione al prestigio della nazione che da Draghi stesso è definita “una grande potenza culturale, riconosciuta in tutto il mondo”. Per questo motivo negli intenti dichiarati c’è il programma di fare della cultura uno dei temi di dibattito all’interno del G20 con un incontro apposito e specifico. Inoltre se è vero che la pandemia ha messo in ginocchio musei, cinema, spettacolo e i vari reparti della cultura e dell’arte, molto è stato già fatto per sostenere le perdite e non bisogna mollare la presa, proseguendo verso questa direzione. Draghi a tal proposito vede una buona opportunità nel piano di ripresa della Next generation EU, puntando gli obiettivi sul potenziamento degli investimenti in cultura, capitale umano e tecnologia.
Insomma queste parole pare vogliano rassicurarci su una dichiarata presa di coscienza del fatto che la cultura sia “imprescindibile per la crescita ed il benessere del paese” e noi vogliamo crederci!