Movimento, volume, forma, sostanza, eccitazione e, talvolta, sensualità. Riflessione, sempre. Tutto questo si annida in grembo alla parola luce attraverso la quale ci illudiamo di capire il mondo e tentiamo di riprodurlo fedelmente e, soprattutto, consapevolmente…. Fare luce sul mondo però si rivela una missione a dir poco impossibile se non si comincia a fare luce su se stessi…
E se l’esistenza fa rima con vacuità, cosa può consolare l’animo? Nulla, forse. O meglio: null’altro se non l’arte la cui luce, rimpinguando la tenebrosa vuotezza della vita, dà la possibilità di schiarire alcuni temi nodali dell’esistenza, spostando l’asse di rotazione dell’attenzione dalla ragione alla luce della passione, che ha fatto emergere la bellezza e consentito la sopravvivenza dell’essere umano…
L’aspetto meraviglioso della luce è la totale libertà espressiva che scaturisce dalla potenza che emana soprattutto concettualmente tanto da diventare, infine, espressione artistica imprevista e variegata. Così la stessa parola si materializza in elaborato, grazie al gesto artistico personale. E lo fa in quanto lecito, oltre che legittimo. La enormità del tema si manifesta, inoltre, con la varietà delle soluzioni. Per questa ragione si accostano, con assoluta coerenza e continuità, i meravigliosi ed eterogenei dipinti che la storia ci ha lasciato in custodia. Perché sono tutti toccati dal divino che li ha portati a soluzioni artistiche memorabili e scintillanti.
Solo dal divino? “Non è ancora chiaro se la follia sia, o meno, il grado più elevato dell’intelligenza”, diceva Edgar Allan Poe… Questa frase suggerisce di pensare a come anche un tocco diabolico possa generare un’immagine non meno meravigliosa. La spericolata avventura della storia dell’arte va quindi intesa come un qualcosa che non possa non tenere uniti gli artisti “illuminati e fulminati” che l’hanno sancita.
L’illuminazione dell’anima ha da sempre camminato accanto alla fulminazione, contribuendo alla stessa stregua alla costruzione della bellezza e, nel contempo, riuscendo a cambiare tutto…
L’articolo completo sulla rivista IconArt Magazine n° 03