Nell’ambito di un progetto di rinnovamento culturale che vede interessare, da qualche tempo, uno dei quartieri di Napoli caduti nell’abbandono, il rione Sanità, si colloca la straordinaria effervescenza e innovazione artistica di Jago, un artista contemporaneo impostosi sulla scena internazionale.
Abbiamo già avuto modo di parlare di lui in un’intervista all’interno di un articolo nella nostra rivista IconArt Magazine in merito a quella che è una delle sue opere più famose presenti a Napoli, il “Figlio Velato”. Una scultura dalla bellezza che mozza il fiato sita nella Chiesa di San Severo ed ispirata al Cristo Velato di Sammartino, dal messaggio decisamente attuale e contemporaneo. L’artista, non si è fermato nemmeno durante il lockdown, quando ha lasciato il segno in Piazza Plebiscito con un’opera intitolata “Look down”, in cui l’immagine di un bambino incatenato a terra descrive il messaggio di una società schiacciata dalla crisi sanitaria ed economica, in cui suona emblematico il titolo nel suo significato di guardare in basso, verso i vulnerabili e gli ultimi.
Ora l’estro dell’artista ciociaro si fa risentire con un’opera in lavorazione da qualche mese nel suo laboratorio creativo all’interno chiesa di Sant’Aspreno dei Crociferi alla Sanità, in cui si è stabilito dopo l’esperienza a New York. La scultura in lavorazione è una Pietà inconsueta e contemporanea. Dalle immagini postate dallo stesso artista sui social del modello in gesso, già è possibile intravedere come l’iconografia scelta rompe con la tradizione delle Pietà. Non più il connubio Madonna/Cristo, madre/figlio ma l’immagine di un uomo dal volto disperato e sofferente che regge tra le braccia il corpo nudo di una donna esanime. Ruoli inversi, per una rappresentazione che lascia spazio ad innumerevoli interpretazioni a seconda dei simboli e identità sociali che si vogliono dare alle due figure: amore paterno? Sofferenza empatica dell’uomo? Nudità dei corpi come nudità dell’anima?… Ad ognuno la sua personale visione, in attesa di vedere l’opera, che una volta finita sarà trasferita in una chiesa di Roma.