Un tesoro di oltre 400 opere d’arte, distinte tra dipinti, statue e antichità che coprono un periodo storico che va dal Quattrocento al Novecento. Un patrimonio artistico sepolto – o per meglio dire dimenticato nel tempo – del Maschio Angioino a Napoli, da poco venuto alla luce e in modo praticamente fortuito.
Infatti sembra che siano stati gli interventi di supervisione nei sotterranei del Maschio Angioino effettuati in seguito alle brutte ondate di maltempo che hanno colpito Napoli lo scorso dicembre a far emergere questo autentico tesoro nascosto. Durante i sopralluoghi nei locali situati al di sotto del piano di calpestio del cortile sono stati notati dei vecchi depositi in cui erano stipate le opere, abbandonate da decenni e ridotte in condizioni malconce a causa soprattutto dell’umidità del luogo.
Tra le opere anche pezzi di notevole interesse artistico come l’enorme tela seicentesca “Madonna del Rosario e Santi Domenicani” di Luca Giordano o dipinti di De Mura, De Matteis, Bonito e altri valenti autori di scuola napoletana. L’ipotesi è che si tratti dei beni appartenuti agli enti soppressi IPAB, gli istituti ecclesiastici per l’Assistenza e la Beneficenza passati sotto la giurisdizione del comune e, in seguito ai danni del terremoto dell’80, trasferiti in varie sedi diverse, tra cui anche il Maschio Angioino. Pertanto si pensa che le opere ritrovate siano proprio quelle depositate qui in quell’occasione.
Gli interventi a quanto pare interesseranno la messa in sicurezza e la catalogazione delle opere, la loro valutazione da parte di una commissione tecnica appositamente incaricata e la restaurazione in primis della grande tela del Giordano e di un’altra grande opera da selezionare tra quelle di maggior valore e poi delle opere più pregevoli presenti.