Rosario Sprovieri, Curatore e Segretario del Mibact di Roma propone un’intervista a due, in cui pittura e musica s’incontrano nelle parole degli artisti Mark Kostabi e Tony Esposito, amici nella vita, complici nella musica e nell’arte…
Mark, come e perché hai scelto la pittura?
La pittura ha scelto me da quando avevo sei anni. A partire da quell’età ho cominciato a disegnare così bene da meravigliare tutti quelli che mi circondavano. Da allora non ho più smesso…
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Perché hai scelto l’Italia come tua patria adottiva?
Anche in questo caso non ho scelto io… Sono venuto in Italia, nel 1985, per partecipare ad una mostra a Roma di artisti di New York; già nel 1990 i galleristi italiani hanno cominciato a comprare i miei quadri in giro… o nel mio grande studio … a New York. In seguito ho allestito mostre in tutto il mondo e in ogni viaggio mi sentivo sempre più italiano. Era naturale, quindi, mettere radici.
Le tue originalissime opere hanno portato una ventata di novità nella pittura che fa da “upstage” ai nostri giorni. Si tratta di una pittura che prende, solare e gioiosa, che comunica bellezza: l’Italia si è lasciata affascinare per questo?
I mie quadri all’inizio erano molto cinici… Quando ho iniziato a vivere in Italia tutto è cambiato. Qui ho visto l’amore, la bellezza della vita ed ho cominciato a dipingere belle donne… sono stato ispirato da De Chirico…
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Come nasce il sodalizio di successo con Tony Esposito?
Faccio tante feste a casa mia e tra i miei ospiti ci sono tanti artisti. Un giorno Achille Bonito Oliva ha portato con sé Tony. Stavo suonando… con un jazzista di Salerno… Poi è arrivato Tony. Appena ha iniziato a suonare sono diventato felicissimo: … grazie a lui ho suonato subito meglio perché per me è molto più facile seguirlo sui ritmi e sui colori dei suoi suoni…
E tu, Tony, sei in sala d’incisione per un nuovo lavoro discografico…
Sto cercando di proporre il Tony Esposito degli inizi, quello della scoperta del mondo dei suoni … Io poi amo il disordine. Nel caos c’è la fertilità…
Risentire tutto quello che è stato il tuo cammino musicale credo sia importante perché dà una scossa alla monotonia della contemporaneità, pervasa dalla tecnologia di internet, ripetitiva ed il più delle volte ossessiva…
Oggi i computer hanno agevolato questa confusione e molti li utilizzano per mixare vibrazioni che somigliano ai suoni. Io, però, sono uno che viaggia, uno che ama il mondo tribale, il mondo popolare, per cui voglio cogliere ancora e soprattutto l’aspetto popolare del mondo attuale.
Questo fatto che sottolinei fortemente è anche una componente importantissima della tua pittura. Anche i soggetti delle tue opere pittoriche sono intrisi di linguaggi tribali, di simbologia, di segni: tutti straordinariamente contagiosi, tutti nella intensità della luce e del sole. E piena di energia e di colore è la tua amicizia con Kostabi…
Ho frequentato l’Accademia d’Arte ma rispetto a Mark, che è un pittore famoso e concreto, il mio rapporto con la pittura non è stato costante … comunque non ho mai abbandonato la pittura come Mark non ha mai abbandonato la musica…
Articolo con intervista completa sulla rivista IconArt Magazine n° 07