Il 2022 si apre per Palazzo Pitti a Firenze all’insegna dell’ampliamento e dell’arricchimento della sua offerta culturale. Un nuovo allestimento investe le quattro sale del piano terra, che affacciano sul cortile e che un tempo erano appartamenti estivi decorati in occasione del matrimonio tra il granduca Cosimo III e Marguerite Louise d’Orleans, il cui salone centrale è diventato in seguito Cappella Palatina. Ora cambiano destinazione ospitando una collezione permanente di opere d’arte russa inaugurando così la nuova sezione del Museo delle Icone Russe.
Si tratta di una collezione appartenente alla Galleria degli Uffizi costituita da esemplari di proprietà dei Medici ma soprattutto dei granduchi di Toscana, entrati con la dinastia Asburgo-Lorena. Sono tra l’insieme di opere più antiche provenienti dall’antica entità monarchica della Rus comprendente l’Ucraina, la Bielorussia e la Russia occidentale, contraddistinte da un formato di piccole e medie dimensioni ed essenzialmente costituite da icone votive da viaggio che appartenevano a privati.
Probabilmente sono opera di botteghe provinciali di Mosca, eseguite tra il XVI e il XVII secolo e ispirate alla produzione di corte, nonché – i pezzi più antichi – di fattura proprio dei pittori che risiedevano presso lo zar, all’interno del palazzo dell’Armeria del Cremlino, dove pare sia nata questo tipo di produzione prima del trasferimento della capitale a San Pietroburgo.
Nel Settecento sono state esposte agli Uffizi per essere poi rimosse e non aver trovato mai una definitiva e adeguata collocazione se non ora in Palazzo Pitti.
Tra le icone più significative della collezione in mostra permanente si ritrovano un Menologio, ossia un’opera sacra costituita da due pannelli di legno su cui è dipinto il calendario delle festività ortodosse, e esemplari più antichi rappresentanti la Madre di Dio e la Decollazione del Battista. Il Museo è aperto al pubblico dal 2 gennaio 2022.