Nonostante le previsioni non del tutto rosee per il futuro prossimo dei mercati dell’arte secondo il report “The Impact of COVID-19 on the Gallery Sector” uscito a settembre e relativo alla prima metà dell’anno, i risultati delle aste internazionali delle ultime settimane fanno ben pensare ad una fase di rilancio del settore, con un rendimento che si aggira tra il 5 e il 7,5 % annuo. Un numero di sicuro superiore alle aspettative, che fa comunque supporre come, in questa fase poco favorevole per gli investimenti in generale, l’arte torna a proporsi come asset class alternativa per diversificare il proprio portafoglio. Ma cosa emergeva nello specifico dal sondaggio?
“The Impact of COVID-19 on the Gallery Sector”
“The Impact of COVID-19 on the Gallery Sector” è il report di metà anno del 2020 redatto da UBS e Art Basel, la fiera di arte contemporanea più importante al mondo, scritto in collaborazione con Clare McAndrew, fondatrice di Arts Economics, società irlandese specializzata in ricerche di mercato. Il rapporto analizzava l’impatto della pandemia sulle gallerie durante i primi sei mesi dell’anno e presentava i risultati di un’indagine fatta su collezionisti ad alto patrimonio netto nei tre principali mercati d’arte: Stati Uniti, Regno Unito e Hong Kong. Il report pronosticava un futuro meno globale dei mercati dell’arte ed un incremento sostanziale delle vendite solo dopo il 2021, allo stesso tempo, però, registrava un incremento dell’interesse dei collezionisti, grazie alla virata – per qualcuno obbligata – di aste e gallerie verso l’online.
I dati: conseguenza sulle gallerie
Secondo i dati, le gallerie mondiali hanno registrato una forte contrazione delle vendite ed un calo del fatturato aggravato dalla frenata delle fiere, quasi ovunque rinviate o annullate per il 2020. Diverso è stato il settore online che è parso invece in rapido aumento con un 37% di incremento per la prima metà del 2020 rispetto al 10% dei primi mesi del 2019. La maggior parte degli acquisti sono derivati da Instagram ma non sono mancati nemmeno quelli attraverso le Online Viewing Rooms, stanze per la fruizione digitale delle opere d’arte delle gallerie aderenti alle fiere, lanciate dalla stessa Art Basel durante il Covid ed adottate poi anche da altre.
I dati: comportamento dei collezionisti
Per quanto riguarda invece gli acquirenti, i dati hanno dimostrato che durante la pandemia il 92% dei collezionisti ha continuato ad essere attivo sul mercato nonostante l’instabilità generale e sia online (con richiesta che il prezzo fosse subito visibile) che di persona ha aggiunto almeno un’opera alla propria collezione; il 59% ha affermato addirittura la crescita di interesse per quella che è una vera e propria vocazione. Spesso i compratori si sono affidati a gallerie già conosciute consolidando così il rapporto di fiducia tra collezionista e galleria. I Millenials (23-38 anni) si sono aggiunti come nuovi acquirenti, più a loro agio a comprare su internet, tanto da arrivare – un sesto di loro – anche a spendere più di 1 milione di dollari di contro al 4% dei Baby Boomer (55-74 anni). Questo aumento di interesse pare registrarsi non solo per la maggiore disponibilità di tempo durante il lockdown ma anche per un quasi filantropico impegno a voler supportare artisti, gallerie e musei durante la crisi.