Il 31 maggio 1595 moriva, fiaccato da una febbre che gli impediva di mangiare e dormire, il pittore veneziano Tintoretto, uno dei massimi esponenti del Manierismo, caratterizzato da uno stile ardito e fortemente prospettivo, un colore energico e un narrato monumentale e drammatico. Raccontiamolo in 5 punti, tra arte e curiosità…
- Alla nascita Jacopo Robusti, il Tintoretto deriva il suo soprannome dal lavoro del padre, tintore di panni, che vedendone le naturali capacità nel disegno lo mise a bottega dal famoso Tiziano.
- Presso la bottega del Tiziano rimase solo 10 giorni, cacciato dal grande maestro, qualcuno dice per gelosia viste le doti del giovane che avrebbero potuto surclassarne la fama nel tempo, qualcun altro per l’inclinazione ribelle del ragazzo.
- Da questo momento lavorò da autodidatta considerando però sempre Tiziano riferimento assoluto per il colore e Michelangelo per il disegno e ricevendo commissioni per diversi palazzi veneziani, nella maggior parte dei casi a tema religioso. Suo incarico più prestigioso è stato per la Scuola Grande di San Rocco di cui ha decorato muri e soffitto con episodi dell’Antico e Nuovo Testamento.
- Oltre alle commissioni religiose, Tintoretto eseguì anche molti ritratti nei quali eccelleva per precisione e rapidità di esecuzione grazie ad accorgimenti tecnici che adottava che permettevano di risparmiare tempo, non stancando i soggetti ritratti con lunghe pose.
- Detto il furioso per le qualità impetuose e ambiziose del suo carattere e per il tratto drammatico delle sue composizione, il Tintoretto ebbe commissioni fino in tarda età accentuando i tratti visionari e spirituali della sua arte .