L’Egitto non finisce mai di stupire per le sue meraviglie archeologiche che si presentano ancora agli occhi degli studiosi che esaminano costantemente quei luoghi.
Recentissima è infatti la scoperta del tutto accidentale di una serie di tombe scavate nella roccia a sud dell’Egitto, nei pressi del Nilo, all’interno della necropoli di Al Hamdiya, ritenuta l’ultima dimora dei governatori e funzionari della città di Akmin, uno dei massimi centri amministrativi dell’Antico Egitto.
Le tombe scoperte pare appartengano a stili differenti e siano state scavate a diversi livelli della parete rocciosa, facendosi datare tra il periodo della fine dell’Antico regno (ca. 2200 a.C.) e la fine del periodo Tolemaico (ca. 30 a.C.).
Sono più di 250 caratterizzate da uno o più pozzi funerari o dalla presenza di una rampa terminante in una camera funeraria. Una delle tombe ritrovate ha lo schema dei modelli tipici della fine dell’Antico Regno con un ingresso che porta a una croce e a un passaggio in pendenza che conduce a una piccola camera sepolcrale. Sulle pareti è raffigurata una finta porta in cui sono visibili resti di iscrizioni e si possono osservare anche alcune scene dipinte, probabilmente con riferimento al proprietario della tomba, rappresentato mentre officia sacrifici, attorniato da persone che riservano offerte ai defunti.
Viste le dimensioni, più piccole rispetto a quelle dei reali, queste tombe potrebbero essere relative a sepolture di persone comuni.
Inoltre nella necropoli sono stati rinvenuti anche numerosi cocci di ceramica, vasi ancora intatti spesso di uso quotidiano, miniature votive di destinazione funeraria, rappresentata da piccoli vasi di forma sferica dal rivestimento esterno giallastro. E ancora: resti di uno specchio tondo in metallo, ossa umane e animali, vasetti alabastrini, frammenti di pitture e iscrizioni funerarie.