Centotrenta opere, tra cui il ciclo completo dei sette teleri dipinti da Chagall nel 1920 per il Teatro ebraico da camera di Mosca.
A Palazzo della Ragione, a Mantova (interessato di recente da un articolato intervento di valorizzazione) è di scena, fino al prossimo 3 febbraio, l’arte di Marc Chagall (Vitebsk, 1887- Saint-Paul-de-Vence, 1985), l’artista che, insieme a Picasso e Robert Delaunay, ha forse ispirato il maggior numero di poeti, scrittori e critici del Novecento. Il nucleo centrale del percorso espositivo “Marc Chagall. Come nella pittura così nella poesia” è composto da sette pannelli, tempere e gouache su tela di grandi dimensioni, che sono stati dati eccezionalmente in prestito dalla Galleria Statale Tret’jakov di Mosca. Teleri furono esposti a Milano solo nel 1994 e a Roma nel 1999, dopo le esposizioni del 1992 al Guggenheim di New York e del 1993 al The Art Institute di Chicago. Una gemma dell’esposizione è costituita dalla ricostruzione dell’environment del Teatro ebraico da camera, per cui Chagall aveva realizzato, oltre ai dipinti parietali, le decorazioni per il soffitto ed il sipario. In mostra anche una serie di acqueforti eseguite tra il 1923 ed il 1939. Tra queste spiccano una serie di illustrazioni per le “Anime morte di Gogol” per le favole di La Fontaine e La Bibbia.
A fare da corollario alla grande mostra dei rimandi a poeti e scrittori che si sono ispirati all’arte di Chagall. Tra questi spiccano Guillaume Apollinaire, Blaise Cendrars, Paul Eluard, Ricciotto Canudo, Kurt Schwitters, Lionello Venturi, James Johnson Sweeney, Vladimir Nabokov, Pieyre de Mandriargues e Maria Luisa Spazian.
La mostra si presenta come la prima tappa di una programmazione espositiva triennale che il Comune di Mantova e la Casa Editrice Electa dedicheranno al Novecento.
Biglietti: intero 12 euro; ridotto 10 euro.
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