E’ stato recentemente annunciato che il “Salvator Mundi”, l’opera di sicuro più controversa di Leonardo da Vinci, posticiperà, a data da destinarsi, la sua esposizione di presentazione all’interno del Louvre Abu Dhabi. Era stato infatti precedentemente dichiarato dal museo emiratino che il capolavoro leonardesco sarebbe stato in mostra dal prossimo 18 settembre 2018; invece c’è stato un cambio di programma che al momento non ha ancora chiare spiegazioni. Ancora un mistero avvolge quindi le vicende di questo dipinto che è stato dichiarato “la più grande scoperta artistica del XXI secolo”.
Il dipinto infatti che è un olio su tela raffigurante il Cristo benedicente, dopo essere stato per secoli attribuito ad un allievo della bottega leonardesca e pensato distrutto, è stato invece riscoperto come appartenente al maestro in seguito ai lavori di restauro del 2007, benché ancora qualcuno dubiti della paternità. Ultima opera leonardesca che era ancora in mano ad un privato e uno dei pochissimi dipinti del genio fiorentino ancora superstiti, il Salvator Mundi l’anno scorso è stato venduto all’asta da Christie’s a New York, per una cifra record (450 milioni di dollari), pare proprio al Dipartimento di Cultura e Turismo di Abu Dhabi, diventando l’opera più costosa al mondo. Anche la sua provenienza resta dubbia: la committenza più accredita sembra sia quella di Luigi XII di Francia nel 1500; nel Settecento pare poi che il dipinto sia arrivato nelle mani di Carlo I d’Inghilterra. Gli studi sono comunque sempre in corso.
In merito al rinvio, c’è chi ipotizza che l’inaugurazione slitti a novembre in concomitanza con la celebrazione del primo anno di nascita del Louvre Abu Dhabi. Il museo in questione infatti è nato nel 2017 e vive della collaborazione con quello parigino, con il quale ha stipulato accordi ben precisi, da cifre stratosferiche. Tra questi la possibilità di utilizzare il nome “Louvre” per 30 anni e 6 mesi; la messa in costruzione di una collezione permanente che garantisca al museo emiratino di gestirsi da solo in meno di 20 anni; un prestito costante di opere dalla Francia veicolate dall’Agence France-Muséums (istituzione formata dai maggiori 13 musei francesi impiegati nell’accordo); la dotazione di curatori, esperti di museo e formatori del personale; l’organizzazione da parte di vari musei francesi, a rotazione, di quattro mostre all’anno per 15 anni.
Intanto comunque una cosa sembra certa: il “Salvator Mundi” sarà al Louvre a Parigi nel 2019, nell’ambito della mostra per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte del grande artista.