La pandemia ha profondamente inciso sull’offerta culturale. Se indubbiamente il settore è stato tra i più penalizzati durante l’emergenza Covid, forse è stato anche quello da cui più sono emerse strade alternative di fruizione, sentendo quasi una sorta di responsabilità addosso. Tale reazione ha di fatto ampliato le modalità dell’offerta dell’arte e della cultura in genere, evolvendo dai modelli tradizionali.
È questo il caso anche del Museo Mobile di Leonardo e Archimede, un’idea che nasce dalla collaborazione di due istituzioni che portano alla conoscenza di questi due grandi ingegni al di fuori della loro abituale sede. Il Museo Archimede e Leonardo di Siracusa e il Teatro Stabile di Catania hanno pensato alla realizzazione di una collezione in scala, dell’altezza di circa 50 cm, dei prototipi custoditi nel museo da far arrivare in qualsiasi luogo, anche lì dove non avrebbero avuto accesso: un parco, una scuola, una libreria, anche un carcere.
I congegni archimedei e leonardeschi, antesignani di progetti moderni, escono dal loro abituale ambito di fruizione per raggiungere più spettatori, anche coloro che sarebbero stati improbabili visitatori. Questo grazie ad un’operazione culturale in cui il Teatro si è trasformato in un laboratorio di maestri artigiani che hanno messo a punto le macchine esposte al museo con dovizia di dettagli e cura. Arte e scienza, Leonardo e Archimede viaggiano sullo stesso binario e superano confini convenzionali, con l’intento di non eclissare la figura del matematico, fisico e inventore siracusano.
La mancanza di afflussi al museo durante questi anni di pandemia ha posto infatti il timore che Archimede, figura meno popolare nell’immaginario comune rispetto al famoso Leonardo, potesse essere dimenticato. Per questo è scattata questa operazione che unisce i due geni, toscano e siciliano, nel loro viaggio itinerante tra la gente e i luoghi.