Sei giovani donne, sei espressioni del viso, sei colori per rappresentare sei culture e modi diversi di concepire i rapporti tra i due sessi. L’artista olandese Johannes Genemans trae ispirazione dalla forza delle donne per plasmare il suo progetto “Intercultura”, composto da sei sculture in bronzo che sembra abbiano bisogno solo di un afflato di umanità per prendere vita ed iniziare a raccontare al mondo le difficoltà e le umiliazioni vissute quotidianamente, ma anche la forza e la profonda energia creatrice che riescono ad emanare le donne.
Il progetto – iniziato nel 2010 ed ultimato nella primavera del 2015 in tempo utile per l’Expo di Milano –nonostante qualche difficoltà iniziale, ha finito per incontrare il favore della critica ed è stato portato in tutta Europa e in particolare in Svizzera. A dicembre approderà a Miami in un’esposizione digitale allestita nell’ambito di una delle fiere più importanti del mondo sull’arte contemporanea e ad aprile sarà a New York. Il complesso scultoreo è destinato, dunque, a fare il giro del mondo. Le sei giovani hanno dei nomi, delle identità ed ognuna è contraddistinta da un colore…
“Intercultura è un progetto che ho maturato a lungo nel mio “io” più intimo – ha raccontato Johannes Genemans – ed è frutto dell’esperienza personale nel mondo della moda quando facevo lo stilista. Per lavoro ho girato il mondo ed ho avuto a che fare soprattutto con le donne, creature bellissime e delicate, dei fiori d’acciaio che sopportano grandi pesi con determinazione. La forza del loro sguardo, stanco ma mai sconfitto, mi ha sempre colpito. Soprattutto in alcune culture il ruolo ricoperto dalla figura femminile nella società mi ha profondamente turbato e per questo ho deciso di raccontarlo a modo mio, facendo delle sculture le depositarie di un messaggio universale, rivolto al mondo intero”.
L’artista ha ammesso di essere rimasto colpito dalle donne che ha incontrato soprattutto in India, Bangladesh, Medio Oriente. Alcune delle statue hanno le fattezze di ragazze conosciute realmente nel corso dei suoi viaggi…
Articolo completo sulla rivista IconArt Magazine n°10