Murakami Takashi, il fenomeno giapponese, dalla quotazione d’artista milionaria, ha dichiarato di essere in bancarotta. L’annuncio arriva direttamente dal suo profilo instagram. La causa della crisi, esplicitata dallo stesso, deriva dalla Pandemia da Covid19, che lo vede costretto ad abbandonare il progetto della seconda parte del film “Jellyfish Eyes: Mahashankh “; il primo realizzato nel 2013, fu un progetto di grande valore emozionale, ma dispendioso e che registrò bassi incassi. ”Un sogno nel cassetto”, su cui lavorava da 9 anni, che si infrange, e che per motivi fiscali si tramuta in un documentario, costituito da una serie di video clip supportati dalla sua società artistica Kaikai Kiki.
Un talento giapponese, classe 1962 che, in seguito agli studi intrapresi presso l’Università delle Belle Arti di Tokyo, inizia la sua ascesa artistica tra tradizione e sperimentazione. Murakami da sempre affascinato dalla subcultura giapponese Otaku e dal concetto di superflat, termine utilizzato per definire la mancanza di prospettiva nella pittura giapponese, trova nelle anime e nei manga, la sua personale visione. La sua produzione artistica si compone di elementi particolari quali fiori, caramelle, animali bizzarri ed umanoidi dai grandi occhi. Tema ricorrente e catastrofico è quello della bomba atomica ,che attraverso il mondo fantasioso, funge da denuncia della subcultura sottovalutata.
Tra Ambizione e Quotazione
La sua visione colorata e la sua grande ambizione, lo hanno reso ,oltre che un quotatissimo talento, anche un businessman. Una serie di collaborazioni artistiche che l’hanno reso un popolare Top Artist, consacrandolo tra i nipponici più ricercati. Diversi i Report di settore che lo proclamano come L’artista giapponese più quotato al Mondo. ArtPrice nel 2019 lo individua al terzo posto della lista esclusiva, con un totale di 594 lotti venduti, per un valore di circa 23.083,950 milioni di dollari. Nel 2008 la sua scultura” My Lonesome Cowboy” è stata venduta a circa 9milioni di euro.
La propensione all’aspetto commerciale e manageriale l’hanno portato a fondare nel 1996 l’impresa Hiropon Factory, che successivamente si è trasformata nella Kaikai Kiki Co, una società di produzione artistica e scouting nel 2001 . Una serie di collaborazioni di successo con designer di moda di fama mondiale tra cui Louis Vuitton , Virgil Abloh, Comme des Garçons e Supreme, produzioni limitate,su cui veniva apportato lo stile superflat colorato, intrinesco di margherite sorridenti. Diversi anche i rapporti finalizzati a promuovere prodotti commerciali di altro tipo, come le custodie per iPhone o l’edizione limitata delle mentine Frisk o Il sake di Murakami del 2016 in edizione limitata. Una partnership che lo vede protagonista anche nel panorama musicale contemporaneo, con Billie Eilish, Kanye West, J Balvin e Pharrell Williams.
Una sete di fama che sembra aver contribuito ad innescare una spirale dispendiosa e negativa. Una serie di fonti a lui vicine, provenienti dallo star system ,hanno affermato che le sue ambizioni incontrollate lo hanno portato più volte ad intraprendere investimenti azzardati. Voci che troverebbero conferma nella vicenda con la Blum & Poe , che all’epoca lo accusò, seppur velatamente, di sperperare.
“Dopo 25 anni di partnership di reciproco successo, siamo giunti alla decisione che è nell’interesse di entrambi che non continuiamo più i nostri rapporti di lavoro”.
Blum&Poe
Una serie di collaborazioni con dei partner commerciali che, se da un lato l’hanno reso celebre e popolare , dall’altro , pare abbiano contribuito a una discesa delle sue quotazioni sul mercato dell’arte, a causa di una graduale perdita di interesse da parte dei collezionisti più selettivi.
Una tendenza alla selezione scrupolosa, che conferma l’orientamento dei collezionisti e degli estimatori di settore, verso artisti talentuosi e con proposte di valore.