Oggi ricordiamo Vasilij Kandinskij, artista russo nato il 16 dicembre 1866, considerato padre e teorizzatore dell’Astrattismo. La sua rivoluzione è stata l’intuizione di considerare vere protagoniste dell’opera d’arte non tanto il soggetto quanto le forme, i colori e la loro armonica sintesi, capace di suscitare emozioni. Vediamo l’artista da vicino in 5 piccoli punti…
- Kandinskij nasce a Mosca dove studia giurisprudenza per intraprendere una carriera legale che non inizierà mai, spinto da una passione più forte verso l’arte presente fin da bambino, che lo porta a trasferirsi a Monaco per studiare arte.
- In seguito ad una mostra in cui rimane affascinato dalle “impressioni” che gli suscitava l’opera di Manet rappresentante dei covoni di grano, apparsi da lontano come semplici macchie gialle, ha la folgorazione per una nuova concezione dell’arte e lavora al testo “Lo spirituale dell’arte”, pubblicato nel 1910 e diventato un caposaldo della storia dell’arte.
- L’anno dopo, sulla base delle sue teorizzazioni, crea con il collega Franz Marc, l’avanguardia Der Blaue Reiter e tiene la sua prima mostra alla Galleria Der Sturm di Berlino.
- Allo scoppio della Rivoluzione russa, è a Mosca dove lavora per il Commissariato del Popolo per l’Educazione per poi tornare nel 1921 in Germania e stabilirsi a Berlino, lavorando come insegnante presso la famosa scuola Bauhaus.
- All’avvento del Nazismo deve fuggire a Parigi, dove resta fino agli ultimi anni della sua vita. Le sue opere vengono classificate come “arte degenerata”, per il suo linguaggio a molti incomprensibile seppur estremamente studiato, fatto di linee, forme geometriche e colori che si corrispondono come nella musica. Molte opere di Kandisky infatti hanno titoli che ricordano il legame tra arte e musica come “Impressione III (Concerto)” o “Composizione VI”.