Una passione, quella dell’arte, che Raffaella Bellani ha trasformato in motivo di vita, modo d’essere al mondo, punto di risveglio spirituale. Ed è proprio da una conversione, avvenuta alcuni anni fa, che l’artista, originaria di Fidenza, ha ripreso il suo cammino creativo, dopo un lungo digiuno fatto di rinunce e rinascite. Il suo passato si riflette nelle tele che adesso porta in esposizione, in Italia e nel mondo. Metropoli, ombre e figure di donne, un mosaico affastellato e composito che cerca di scrutare il mistero della bellezza, della solitudine, della forza prorompente della vita…
«Ho lavorato con la spatola, in bianco e nero, ho iniziato una ricerca, uno studio dentro di me. Ho preso a dipingere le nostre campagne emiliane, quindi ho iniziato a studiare “figura” e a dipingere donne e le metropoli, ho sovrapposto queste ombre di donne. Dipingerle era come trascrivere delle emozioni… Io sono affascinata dal contrasto del chiaro-scuro, una passione che mi è nata dall’osservazione dei quadri di Caravaggio… Le persone che guardavano le mie opere credevano ci fossi stata davvero in quelle città, come ad esempio New York, ma non era così. Dentro di me sapevo che in qualche maniera ci sarei andata. Era il 2010 e ancora non avevo incontrato il gallerista Armando Principe. La perseveranza mi ha premiata. L’anno prossimo esporrò proprio a New York, in fiera».
Volti di donne emergono da mura scrostate, da stanze d’albergo, da corridoi umidi e metropolitani ingoiati dai grattacieli e dai cieli plumbei, donne da labbra rosse, carnose, dallo sguardo che ha il sapore della malinconica poetica dell’essere altrove. Con il tempo, la pittrice riesce a crearsi anche un suo atelier, dove passa i suoi giorni a progettare e disegnare…
Le esposizioni a Praga, Parigi, Lisbona, Madrid proiettano le opere di questa artista fuori dai confini nazionali, decretandone la curiosità da parte di diversi critici… Un lungo, estenuante percorso in salita, sulla cui cima Raffaella Bellani è riuscita a ritrovare se stessa, in quella forza tutta femminile che sfocia nel sacro dell’esistenza.
Articolo completo sulla rivista IconArt Magazine n° 10