È in corso fino al 21 novembre 2021, presso il Museo del Tessuto di Prato, una mostra eccezionale ed inedita che riguarda la straordinarietà della messa in scena della Turandot di Puccini, alla sua prima al Teatro alla Scala di Milano il 25 aprile 1926.
La mostra intitolata “Turandot e l’Oriente fantastico di Puccini, Chini e Caramba” ambiziosamente costruisce tutto il percorso di relazioni e vicende che hanno portato Puccini alla scelta del pittore e decoratore Galileo Chini per le scenografie della Turandot e il costumista Luigi Sapelli, conosciuto più con lo pseudonimo di Caramba.
L’idea di questa esposizione nasce nel 2018 quando per puro caso venne rinvenuto un baule appartenuto al soprano Iva Pacetti, contenente costumi e gioielli risalenti alla prima dell’opera del compositore toscano.
Grazie alla collaborazione con enti e istituzioni sia pubbliche che private è stato possibile allestire un percorso espositivo che pian piano addentra in quello che è il nucleo principale della mostra caratterizzato da costumi della protagonista dell’opera, corona, parrucca, spillone restaurati e riportati a nuovo splendore dopo il cattivo stato di conservazione dovuto all’oblio in cui erano caduti.
A condurre lo spettatore sono i 120 oggetti della collezione Chini in prestito dal Museo di Antropologia e Etnologia di Firenze, costituiti da costumi, maschere, porcellane, sculture, manufatti thailandesi e cinese che avevano influenzato l’arte di Chini dopo la sua esperienza in Siam. Segue poi una sezione dedicata alla scenografie per la Turandot e infine la sala del nucleo centrale.
Ad accompagnare l’esposizione anche una sua “estensione outdoor” con una guida con tutti gli itinerari culturali e turistici, in cui sono segnati i luoghi che mettono in relazione le tre figure in riferimento sempre alla mostra.
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