A Palazzo Magnani, a Reggio Emilia, si sta svolgendo una grande retrospettiva dedicata al pittore francese Jean Dubuffet, aperta al pubblico e visitabile fino al 3 marzo 2019.
Jean Dubuffet è stato uno dei più originali artisti del ‘900, teorizzatore – tra l’altro – del concetto di Art Brut, ossia di un’arte intesa come spontanea, senza pretese culturali o riflessioni di sorta, dal carattere quasi compulsivo-ossessivo. Nella mostra intitolata “L’arte in gioco. Materia e spirito 1943-1985” si ripercorre proprio la parabola creativa dell’artista e la sua evoluzione sperimentale confluita appunto nelle interpretazioni dell’Arte Brut. Dipinti, disegni, sculture ma anche libri e composizioni musicali, poetiche e teatrale compongono la retrospettiva che consta di circa 140 opere distinte in tre sezioni.
La prima sezione è dedicata alle opere realizzate tra il 1945 e il 1960, in cui emerge la rilevanza dell’elemento materico; la seconda sezione include invece i lavori dal 1962 al 1974 concepite intorno alla serie L’Hourloupe, ispirate da uno scarabocchio fatto meccanicamente a telefono e poi, 12 anni dopo, confluito nella realizzazione di una scultura monumentale; la terza sezione infine comprende le opere del periodo tra il 1976 e il 1984, come i Théâtres de mémoire e i Non-lieux, in cui si avverte anche una particolare attenzione al cromatismo.
Naturalmente la mostra ha uno spazio dedicato anche ai protagonisti dell’Art Brut, con 30 opere di artisti quali Aloïse, Wölfli, Wilson, Walla, Hauser, Tschirtner provenienti dalla Collection de l’Art Brut di Losanna, dal Gugging Museum di Vienna e da collezioni private svizzere.
L’allestimento della mostra è frutto di prestiti provenienti principalmente dalla Fondation Dubuffet e dal Musée des Arts Décoratif di Parigi, nonché da diversi altri musei internazionali.
Maggiori informazioni sono sul sito Fondazione Palazzo Magnani
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