È stata ieri, 19 giugno 2019, venduta all’asta la presunta arma che il pittore olandese Vincent Van Gogh usò per togliersi la vita, tentando il suicidio. Da una stima che si aggirava tra 40 mila e 60 mila euro, con un valore di partenza di 20 mila euro, il cimelio è stato venduto, per telefono, durante l’asta a Parigi all’Hotel Drouot, per 162.500 euro ad un estimatore di cui si ignora l’identità.
La triste vicenda legata al famoso pittore si sarebbe svolta il 27 luglio 1890. Dopo due anni in cui Van Gogh aveva risieduto nel sud della Francia, dietro consiglio del fratello si trasferì ad Auvers-sur-Oise, sotto anche tutela del medico Paul-Ferdinand Gachet, a causa delle continue crisi a cui l’artista andava incontro. Alloggiò presso la locanda di Arthur Ravoux, dove, chiuso nella sua stanza, dipinse un numero notevole di quadri, più di uno al giorno! Sembra che un giorno si sia recato in un campo che era nelle vicinanze dell’alloggio e qui avesse tentato l’estremo gesto sparandosi con un revolver Lefaucheux (anche se qualcuno ipotizza che il colpo accidentale sia invece da addebitare ad alcuni giovani che giocavano con l’arma). Ferito al petto, pare avesse perso i sensi per un po’ e poi rinvenuto si fosse recato alla locanda dove nonostante le cure del medico, dopo un’agonia di due giorni, morì. La pistola lasciata sul campo, deve essere rimasta vittima delle intemperie e del tempo, finendo sepolta nel terreno fino a quando non venne ritrovata nel 1960 e portata a conoscenza di tutti.
Benché arrugginita, l’emblematico valore che reca con sé ha fatto sì che nel 2016 restasse in esposizione al Museo Van Gogh di Amsterdam e che suscitasse l’interesse di musei, collezionisti e appassionati durante l’asta di ieri.
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