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Atelier d'Artista

Nei quadri di Macaluso i colori e i dolori del mondo

By Published Settembre 16, 2019
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…«Frequentavo l’Istituto tecnico commerciale. Non mi piaceva, io amavo l’arte. Avevo tutta la famiglia contro. L’ho avuta vinta e mi sono iscritta al Liceo artistico, dove desideravo da tempo andare. Sin da ragazzina mi piaceva tutto quello che riguardava l’arte, le sculture, i quadri. Mi sono messa da sola a disegnare. All’età di 14 anni, mi ispiravano grandi pittori come Picasso e Gauguin». Fabiana Macaluso ha iniziato così ad avvicinarsi al mondo dell’arte. Dopo un allontanamento… a 24 anni una ulteriore svolta personale l’aiuta a riprendere in mano i pennelli… «… Ho aperto un laboratorio, da sette anni insegno pittura e scultura, anche ai diversamente abili. Anzi questa esperienza stupenda mi ha arricchita umanamente e culturalmente: ho scoperto quanto siano creativi, con una capacità incredibile di farsi capire tramite il bello del gesto artistico». Nel laboratorio, sostenuto dalla sua associazione Marletti, la Macaluso ha iniziato ad utilizzare l’arte come mezzo di recupero, di libertà. Fa di tutto per inserire i suoi allievi in circuiti espositivi e il miracolo accade davvero. I quadri e i disegni dei ragazzi vengono esposti in diverse location.

Grazie a questa risalita, anche lei ritrova se stessa. Riversa sulle sue tele le ricchezze paesaggistiche e antropologiche dei popoli visitati negli anni. Comunità tribali, simboli viventi di tempi antichi e lontani, dove miti e leggende si mischiano ancora alla realtà e alla natura violenta… Nel suo piccolo atelier, la Macaluso immagina e ricorda, racconta occhi lontani e lingue sconosciute. In uno dei suoi ultimi quadri, “The peace list”, fa un passo in avanti e unisce la tragedia delle migrazioni degli ultimi anni con l’olocausto degli ebrei. «Cerco di mandare dei messaggi forti. Il mio non è solo un modo per far vedere altre vite del mondo, ma anche per far arrivare il loro grido di dolore. Da un punto di vista tecnico, mi interessa invece la ricerca della luce. Ognuno di quei posti ha un colore diverso della luce, che quindi diventa misura di valutazione della visione dell’umanità e del mondo»…. Negli ultimi anni si avvicina anche alla street art…

Articolo completo sulla rivista IconArt Magazine n° 09

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TAGGED:antropologiadisabilitàesoticoGauguinpaesaggiopitturasolidarietàstreet art
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